CALCIO PULITO

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Cremisi forever
view post Posted on 20/12/2011, 12:28




FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT 20/12/2011

LA DENUNCIA CORAGGIOSA DI FARINA: HA DETTO NO A 200 MILA EURO

Simone Farina ieri sera, insieme ai suoi compagni, era alla cena natalizia organizzata dalla società. «Non posso parlare
di questa storia. Mi hanno imposto il silenzio che voglio rispettare. Non mi piace stare sotto i riflettori. Meno parlo e
meglio è, e ho fatto solo il mio dovere». Poche parole, che rispecchiano il carattere di un giocatore che da quando è arrivato al Gubbio nel 2007-08 è diventato una bandiera e ha contribuito in maniera determinante ai due campionati vinti
di fila che hanno consentito alla squadra di salire dalla Seconda Divisione alla B. Coraggio «Ha avuto il coraggio di parlare e di denunciare tutto. Prima alla società e poi alla competente autorità giudiziaria». Fabio Antonioli è il legale del Gubbio: «Simone Farina è stato esemplare: ha dato modo agli inquirenti di ottenere elementi importanti per fare luce su un sommerso relativo alle presunte combine in ambito calcistico che si pensa abbia dimensioni di una certa consistenza
e, al tempo stesso, ha consentito alla società di agire immediatamente per confermare correttezza e rispetto delle regole, qualità che lo hanno sempre contraddistinto». «Scuro in volto» Farina avrebbe potuto anche tacere. Avrebbe potuto tenere nascosto il contatto e l’offerta di tanti soldi per truccare la partita di Coppa Italia col Cesena. Duecentomila euro non sono caramelle. È vero che gioca in B, ma a Gubbio la politica del presidente Fioriti è quella del «passo mai più lungo della gamba» e gli stipendi non sono da milionari. Ma il ragazzo non ci ha pensato un secondo. È arrivato al campo e ha raccontato tutto al d.s. Giammarioli. «L’ho visto un po’ scuro in volto e ho trovato la cosa strana per uno come Simone che scherza sempre coi compagni, con me, con il magazziniere, con tutti. Quando però mi ha chiesto di parlare a quattr’occhi ho capito che doveva esserci sotto qualcosa di grave». Sposato con Scilla, padre di Francesco e MiaSole, è un beniamino dei tifosi. Si avvia a tagliare il traguardo delle 100 partite in rossoblù. Tutte giocate con grinta e cuore».


simone_farina

 
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Cremisi forever
view post Posted on 21/12/2011, 13:27




FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT 21/12/2011

«QUELL'SMS DI ZAMPE...» FARINA, LA PAURA DOPO LA PROPOSTA INDECENTE

Un sms inaspettato, una visita sospetta, una proposta indecente e all’improvviso la vita che fa paura. Simone Farina è un tranquillo ragazzo di Roma di 29 anni, con una discreta carriera da calciatore alle spalle, iniziata nelle giovanili giallorosse, transitata per qualche mese in Inghilterra, scivolata nella mediocrità della serie C e sbocciata nel 2007 a Gubbio, con una scalata da protagonista dalla C2 alla B. Terzino sinistro, biondissimo alla Nedved, qualche infortunio di troppo, Farina vive in una moderna palazzina nel centro di Gubbio con la sua bella famiglia: la moglie Scilla, i figli Francesco e Mia Sole. Il ritratto della serenità, insomma. Fino al 26 settembre scorso.

IL RACCONTO

Tutto è cominciato con un sms. «Come stai bestia? Sono Zampe». Era Alessandro Zamperini, suo compagno ai tempi della Primavera della Roma, che Farina non sentiva da quasi dieci anni. Sono seguite le telefonate: dopo un allenamento ha trovato il cellulare pieno. Lui ha richiamato e l’ex compagno gli ha detto che sarebbe arrivato a Gubbio per vendere una macchina, così si sono dati appuntamento in una pasticceria. Zamperini è arrivato su una Porsche bianca (pare con un’altra persona) e ha incontrato Farina, spiegandogli il vero motivo della visita: «Ha detto che aveva conosciuto persone che disponevano di un sacco di soldi — ha dichiarato Farina nell’interrogatorio alla Procura federale— e a capo c’era un indonesiano: attraverso un macedone, mi avrebbero dato 200mila euro per perdere la partita di Coppa Italia a Cesena (30 novembre,ndr). Avrei dovuto dividere i soldi con il portiere e due difensori: me li avrebbero portati a casa dopo la partita, senza più sentirci al telefono. Io ho detto di no e lui mi ha chiesto il numero del nostro capitano(Alessandro Sandreani,ndr), ma gli ho spiegato che avrebbe avuto la stessa risposta. Inoltre Zamperini mi ha chiesto di presentargli il nostro direttore sportivo, perché se a fine campionato avessimo avuto bisogno di vincere qualche partita, ci avrebbero pensato loro comprando i nostri avversari ». Poi se ne è andato, mettendo un dito sulla bocca per dire a Farina di tacere.

NESSUN DUBBIO

Non è chiaro se nella richiesta di Zamperini sarebbe dovuta arrivare una sconfitta con un over, o addirittura con risultato prefissato: 3-1. Incredibilemavero, la partita è finita 3-0 con una traversa
del Gubbio. La denuncia di Farina ha levato tutti i sospetti ed è stata spontanea, anche se lui avrebbe potuto incassare in un sol colpo quello che guadagna (circa 50mila euro) in un anno. Farina ha subito informato il d.s. Stefano Giammarioli, che all’insaputa di tutti è partito per Cremona, per avvisare la Procura della Repubblica, e poi per Roma, dalla Procura federale. Farina ha spiegato
tutto agli inquirenti. Non ha passato bei giorni, come ora che il bubbone è esploso. Teme ritorsioni, è preoccupato. Non parla, perché il Gubbio è in silenzio stampa; ha lo sguardo simpatico mal’occhio tradisce un po’ d’ansia. Prima di correre in palestra ad allenarsi, confida agli amici: «Sono in difficoltà, non ho mai amato la ribalta, preferisco una vita semplice: ho bisogno di essere protetto, so solo di aver fatto la cosa giusta». Farà una conferenza stampa dopo Natale. Intanto è circondato dall’affetto di un ambiente sano, mentre la famiglia è tornata a Roma e lui la raggiungerà per le feste.

L'ALTRA DENUNCIA

Farina ricorda Fabio Pisacane, l’ex difensore del Lumezzane e oggi alla Ternana, che la stagione scorsa denunciò un tentativo di combine avanzato da Giorgio Buffone, allora d.s. del Ravenna. Gesti di grande onestà, ma che dovrebbero essere normalità. Giammarioli lo chiarisce bene: «Non facciamo passare Simone per un eroe. Ha solo fatto il suo dovere, come ogni cittadino perbene dovrebbe fare». Nemmeno il suo allenatore Gigi Simoni parla, ma commenta a bassa voce: «Nel calcio ne ho viste tante, adesso pure questa, dove andremo a finire...». L’unica voce ufficiale del Gubbio è del presidenteMarco Fioriti, che in un comunicato parla di Farina dicendo che è «una persona normale, con sani principi in testa, con regole civili: è da ammirare per l’onestà, ma questa deve essere la normalità». Poi, a voce, ha aggiunto che «gli dobbiamo riconoscenza e gli darò un premio speciale». Il calcio marcio non abita qui.
 
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view post Posted on 21/12/2011, 16:03

mezzafaccia

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Babbo Natale non esiste :cry:
 
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Cremisi forever
view post Posted on 22/12/2011, 12:57




FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT 22/12/2011

"GERVASONI VENNE CON GLI SLAVI. SVENTOLAVANO BANCONOTE...."

Il pentito Micolucci rivela al pm: «Ecco la tecnica usata per corrompere i giocatori»

Andavano in giro con mazzette di banconote da 500 euro. E le sventolavano in faccia ai giocatori: «Sono tuoi, basta che ci assicuri la combine: 50 mila per l’over, qualcosa in più per l’over 3,5. Saliamo a 100 mila se riesci ad anticiparci il risultato finale». Una scena ripetuta diverse volte negli ultimi anni. Era il modus operandi degli Zingari. Erano loro che raccoglievano i soldi in contanti portati dai corrieri che sbarcavano da Singapore usando come base l’aeroporto della Malpensa. A volte si fermavano solo poche ore, giusto il tempo per rifornire la banda di Gegic. Poi ci pensava lui a corrompere i giocatori e per farlo si serviva di altri calciatori, considerati «fidati», stipendiati dall’organizzazione. Come Carlo Gervasoni, che oggi sarà interrogato dal gip Salvini e dovrà spiegare tante cose. Ad esempio, quel viaggio nel cuore della notte ad Ascoli Piceno in compagnia dei due slavi. Un viaggio che aveva uno scopo preciso: convincere Micolucci a taroccare la sfida di Novara. E le banconote sotto il naso servono a invogliarlo.

Testimonianza chiave

È proprio il racconto del pentito Micolucci ad aver aiutato gli inquirenti a svelare un sistema marcio che stava per mangiarsi il calcio. L’Ascoli non paga gli stipendi, Micolucci è in crisi finanziaria e finisce risucchiato nel giro dalle scommesse. Ma fino al 31 marzo non ha idea che dietro ci sia un’organizzazione criminale. Lo scopre accettando l’incontro con Gervasoni. L’ex giocatore dell’Ascoli racconta al pm Di Martino: «Sono arrivati con una Mercedes dalla targa straniera. Alla guida c’era lo straniero senza cicatrice: ha fatto da traduttore a quello sfregiato che parlava in inglese. Potevano
avere 30/35 anni. Nessuno di loro sembrava un atleta (in realtà uno è Gegic, calciatore del Chiasso ndi). Quello con la cicatrice aveva una corporatura massiccia, mentre il suo compagno era basso ed esile. Fu una vera sorpresa trovarli con Gervasoni».

«Pensavo mi picchiassero»

Gli slavi fanno salire sulla Mercedes Micolucci e il giocatore teme una vendetta. Ecco cosa riferisce al giudice durante l’interrogatorio: «Pensavo mi volessero picchiare, avevo paura. Gervasoni mi ha tranquillizzato, mi disse "Calmo. sono persone affidabili". E mentre lo zingaro con la cicatrice mi spiegava che le scommesse erano fatte solo su siti asiatici, mi fece vedere delle mazzetta con banconote da 500 euro. In tutto poteva avere 150 mila euro. Voleva il coinvolgimento di altri miei compagni. Ho rifiutato perché non ero in grado di garantirlo. Ho saputo in seguito che la stessa proposta è stata fatta a Pederzoli (all’epoca centrocampista dell’Ascoli, ndi) che si è incontrato con gli Zingari il 7 aprile prima di Ascoli-Sassuolo. E’ stato proprio Pederzoli a riferirmi il fatto. Credo che a quell’incontro fossero presenti altri giocatori. Rifiutano: troppo difficile soddisfare tutte le richieste e poi l’Ascoli lottava per la salvezza. Avevano anche chiesto di tenermi fuori dalla combine, ma ero squalificato... Il ruolo di Gervasoni? Non me lo specificò perbene, ma si limitò a dirmi che lui era almeno da un anno il punto di riferimento per gli Zingari. Nel senso che faceva questo nelle squadre dove giocava: il Mantova, la Cremonese, il Piacenza...». Gervasoni oggi al gip dovrà spiegare tutte queste cose nel dettaglio.
 
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Cremisi forever
view post Posted on 24/12/2011, 20:31




FONTE: WWW.SOCCERMAGAZINE.IT

LA LETTERA DI UN TIFOSO: “CARO DONI, ERI UN MITO. HAI ROVINATO TUTTO”

Come distruggere il rispetto dei tifosi. Al quotidiano “Eco di Bergamo” è giunta una lettera da parte di “Marco74, papà supertifoso” dell’Atalanta. L’argomento del contendere è il calcioscommesse, che vede coinvolto pesantemente Cristiano Doni, ex capitano.

Caro Doni, sono un super tifoso dell’Atalanta da quando ho 11 anni e oggi ne ho quasi 38; sono abbonato da oltre un ventennio indipendentemente dalla categoria nella quale la squadra era impegnata. Ho seguito la Dea in giro per l’Italia e anche per due volte in Europa con grande orgoglio. Ho visto giocare a Bergamo tanti giocatori, pochi mercenari, alcuni campioni e molti uomini veri. Per molti anni ho canticchiato tra le mie mura di casa il ritornello «Cri-stia-no Doni alè alè, Cri-stia-no Doni alè alè, Cri-stia-no Doni Doni Doni alè alè». Ero così fiero di avere un capitano come te che, pur di ritornare a Bergamo, aveva accettato di guadagnare meno, aveva accettato anche di giocare in serie B, eri il nostro Del Piero o il nostro Maldini, sembrava una favola vera, anche l’Atalanta aveva il suo fuoriclasse attaccato alla maglia, perché eri pure diventato il miglior goleador di tutti i tempi, ti avremmo portato riconoscenza per almeno 50 anni. Sono sicuro che se tu fossi invecchiato a Bergamo avresti incontrato bambini che, per strada pur non sapendo chi fossi, sarebbero stati «obbligati» a salutarti dai loro papà, o dai nonni. E invece hai rovinato tutto e magari da Bergamo dovrai andartene in silenzio. Noi bergamaschi avevamo “aperto le mura di Città Alta” per ringraziarti di quello che avevi fatto. Penso che al pari di Stromberg saresti diventato un mito per noi, immagino la tua ultima partita per l’addio al calcio giocata nello stadio “Bortolotti”: chissà che festa ti avremmo preparato e probabilmente ti saresti, e ci saremmo, pure commossi. Nel corso di questi ultimi anni di militanza atalantina, tutta questa ammirazione nei tuoi confronti l’ho purtroppo trasmessa anche ai miei due bimbi, Marta di 7 anni, e Luca di 3 anni che pur non frequentando certo lo stadio, avevano la tua maglia rigorosamente di taglie diverse perché entrambi l’avevano indossata con enorme fierezza in occasione dell’ultima promozione in A alla grande festa in centro. E invece ora l’incantesimo si è rotto e con un po’ di magone e tantissima delusione ho dovuto raccontare ai miei bimbi cosa avevi combinato e per che motivo ti avevano arrestato come un qualsiasi criminale. È stato triste sentire la mia bimba che mi continuava a ripetere: “Ma proprio lui che era il capitano e il più amato dai tifosi, perché ha fatto una cosa del genere? Ma cosa racconterà alla sua bambina…”. Da oggi entrambi non vogliono più mettere la tua maglia e forse mi converrà veramente chiederne una a Stromberg, e pure la fotografia che ti raffigurava con loro, Marta al tuo fianco e Luca in braccio, scattata fuori dallo stadio all’ultima partita del campionato scorso, mi converrà toglierla da sopra l’armadio dove ne facevo bella mostra agli amici. Perché caro sig. Doni credimi, la delusione di noi adulti è già immensa e profonda, ma l’incredulità con cui due bimbi ti chiedono spiegazioni su questa faccenda è veramente mortificante. Caro ex capitano, sei stato capace di rompere una storia che sembrava veramente una favola, il signor denaro ti ha fatto perdere i lumi della ragione e ora che sei ricco non avrai più la stima di una città che ti adorava. Che per la tua famiglia e soprattutto per la tua bimba sia comunque un Buon Natale.
 
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Cremisi forever
view post Posted on 11/1/2012, 01:56




FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT 10/12/2012

«IO, PRIMO A DENUNCIARE, LASCIATO SOLO DALLA FIGC»

Il giocatore della Ternana Pisacane rifiutò i soldi per alterare una gara di Lega Pro: «Usati due
pesi e due misure»


La differenza sta tutta in un invito: per il resto Terni è Zurigo, un centro benessere è il palco del gran galà. Nella scaletta della cerimonia mancava uno spazio per Fabio Pisacane; quando i riflettori del Pallone d’Oro si accendevano su Farina, lui rientrava a casa dalla spa, classico relax del lunedì. La differenza è in un invito mai arrivato: Fabio fa il difensore nella Ternana, ed è stato il primo ad aver denunciato il putiferio delle scommesse(Buffone, allora direttore sportivo del Ravenna, gli offrì cinquantamila euro come lasciapassare per la vittoria); se la normalità vale il titolo di eroe, anche lui lo avrebbe meritato.
Pisacane, qual è il suo stato d’animo?
«Mi dispiace perché sono stati usati due pesi e due misure: senza nulla togliere a Farina, perché si parla di lui e non di me, che l'ho fatto per primo? Ho provato a darmi una spiegazione, ma spero non sia quella giusta: ho pensato che risaltare il gesto di un ragazzo dei quartieri Spagnoli di Napoli non sarebbe stato facile; la mia città viene sbattuta in prima pagina solo quando c'è da parlare dei camorristi o dei rapinatori di rolex. Io ho fatto una cosa normalissima, un atto doveroso che non merita premi o riconoscimenti: ma in un contesto dove si elogiano certi atteggiamenti, sarebbe stato giusto farlo a trecentosessanta gradi».
Cosa le ha lasciato questa storia?
«Ne esco fortificato, alla fine dei premi o della pubblicità non mi frega niente. Mi interessa poter camminare a testa alta, mettere la testa sul cuscino con la coscienza pulita. Su Farina tutti si sono subito schierati: era un coro di voci, "non lasciamolo solo". A me chi è stato davvero vicino? La mia società, la mia famiglia. Per il resto io sì che ero solo: di me non è stato detto nulla, non mi sono sentito veramente protetto. Nonl’ho vissuta bene: le notizie non erano ancora uscite nella loro completezza e c’era già chi dubitava di me. Non sono un santo e ho una famiglia normalissima: mio padre è un venditore ambulante, mio fratello e mia sorella sono persone tranquille. Ma volevo un gesto che potesse essere da esempio».
Davvero nessuno l’ha chiamata?
«Solo Tommasi mi ha cercato via mail, poi è arrivato l'invito al galà dell’Aic. Ma dalla Federcalcio nessuno, e pensare che poteva essere un vanto per tutta la Lega Pro».
E se Prandelli decidesse ora per una convocazione-premio, come è stato fatto per Farina?
«Gli direi grazie, lo stimo tantissimo. Ma un giro di campo con la Nazionale non mi cambierebbe la vita. Non è il mio chiodo fisso, non so neanche se ci andrei: dipenderebbe dal giorno, io penso più che altro ad allenarmi». E a denunciare chi bara: il coraggio è da Pallone d’Oro.

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Edited by Cremisi forever - 11/1/2012, 14:17
 
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5 replies since 20/12/2011, 12:28   176 views
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