Cosa ci abbia spinto a svegliarci alle 6 e 30 lo abbiamo capito quando dopo 2 ore e 15 di viaggio arriviamo in 6 al campo di Paganica.
La situazione non è bella, davanti ci si presentano persone disperate sedute ai pilastri delle tende, bambini che cercano di ritrovare un sorriso nella tenda gioco, dove volontari di diverse associazioni intrattenevano giocando i bimbi, anziani che discutevano, persone vestite di tute che cercavano di racimolare qualche cosa per vestirsi, altri che facevano la fila davanti ai punti di raccolta del materiale.
Di bimbi in giro non ce n'erano molti, erano circa una diecina, cosa apparsaci strana per una realtà come Paganica e dove erano siti sfollati di altri luoghi.
Appena arrivati ci siamo qualificati ed abbiamo iniziato la distribuzione dei giochi ai bimbi, è stato il momento più bello, più toccante, vedere il sorriso di un bimbo che voleva una ruspa, vedere il suo sogno realizzato, ci siamo sentiti davvero orgogliosi di ciò che eravamo riusciti a compiere.
Poi parlando con una volontaria che operava in quel campo come psicologa,abbiamo capito perchè molti bimbi non erano lì a giocare, qualcuno non aveva i genitori, altri invece aspettavano il ritorno dei propri familiari dagli ospedali, altri erano sotto shock e rimanevano chiusi nelle tende.
Anche lì abbiamo donato una bambola ad una bimba che non riusciva ad uscire dalla tenda.
Ci hanno ringraziati, ma ripeto che la cosa più bella è stato vedere il sorriso del bimbo con la ruspa.
Nell'immediato abbiamo consegnato il materiale per i bimbi piccoli alla pedagoga del campo base, creme contro l'irritazione cutanea, omogeneizzati e pannolini, ciò che eravamo riusciti a raccogliere con quei soldi racimolati dalle collette e dall'autofinanziamento.
Abbiamo donato ad un anziana un pacco di saponette, dei vestiti, delle scarpe.
E' tutto necessario, ci siamo fermati a pensare come cose semplici e assurdamente quotidiane, siano indispensabili e carenti in quel campo, ci siamo fermati a pensare.... non è il terzo mondo, è a due passi da casa nostra, quella vecchietta può essere nostra nonna, quelle persone possono essere nostri cari.
Ma pensare ti blocca, e se pensi troppo non riesci ad agire.
Il nostro viaggio nel campo è terminato con la consegna ai magazzinieri di altre scorte di sapone, carta igienica, pasta, spazzolini etc...
E' stata un esperienza indimenticabile che ci ha posti davanti a cose di cui avevamo sentito solo parlare, davanti a sentimenti veri, senza televisioni.
Prima di andarcene abbiamo voluto osservare coi nostri occhi quello che è accaduto ad Onna, il paese simbolo di questo terremoto, lì non siamo entrati nel campo ma abbiamo girato per le vie del paese fin dove era possibile, bhè lasciamo parlare le immagini.
E' spaventoso come case si siano sbriciolate, davanti a questo spettacolo era difficile parlare, spiegare come, uno spettro silente si aggirava per le vie, era tutto irreale, sembrava il set di un film, contornato dai mezzi dei maggiori network televisivi.
Verso le 15 siamo ripartiti alla volta di casa, con tanto amaro in bocca per non essere riusciti ad alleviare le sofferenze di tutti, ma con orgoglio per aver vinto la partita più bella, per essere stati capaci di far tornare al sorriso un bimbo, due bimbi, tre bimbi, per aver dimostrato ancora una volta che essere Ultras non significa essere criminale, Ultras anche nella vita.
SCONVOLTS TOLENTINO 1988 NON UN PASSO INDIETRO.
slideshow carico del furgone
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Edited by poker_joker - 15/4/2009, 21:32