MISTER GIGI ZAINI

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view post Posted on 7/9/2012, 22:13

re delle mezzefacce

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Ecco a voi Luigi Zaini: il mister dal colpo del ko....
E' stato anche campione italiano di pugilato. Ai tifosi "abbiate pazienza, prima di tutto onoreremo la maglia"

Era uno dei papabili, ma come spesso avviene quando il destino vuole che le cose si verifichino, la sua venuta a Tolentino, partita in pole positon, sembrava essersi allontanata definitivamente già allo spirare del mese di giugno. Dopo il pensierino all’ex allenatore del Grottammare, infatti, Mobili aveva ribussato alla porta per un ritorno low cost non verificatosi. Come lui Scarfone. Fatto il prezzo sulle spalle del Tolentino entrambi hanno scelto piazze meno prestigiose ma più redditizie. Ecco allora il destino decidere: Luigi Zaini sarà il nuovo allenatore del Tolentino.
Avremmo voluto presentarlo al pianeta cremisi in un momento di maggiore distensione, ma in casa cremisi è difficile trovar serenità: non ne fa un dramma il mister, è consapevole che questo aumenterà l'importanza di quanto lui ed i suoi ragazzotti riusciranno a fare in campo. Gli si legge comunque negli occhi il dispiacere di non poter vedere lo stesso spettacolo sugli spalti che ha vissuto - da spettatore, al Della Vittoria - nel maggio scorso: "che pubblico che avete, che tifosi" è stato il suo primo commento al ricordo di quella finale.


Mister dicci la verità. Descrivi la sensazione che hai provato quando sei riuscito ad arrivare al Tolentino. Si parlava addirittura di serie D sicura.

Credo che venire ad allenare una piazza come quella di Tolentino sia un vanto per chi vuole fare questa professione, non dimentichiamoci la presenza in panchina nel Tolentino negli anni di gente come Castori che conosco personalmente, ottimo allenatore nei prof. e di grosso spessore umano. Personalmente ho sempre ragionato da Eccellenza perché ho imparato che nel calcio come nella vita non ti regala niente nessuno. Tornando al mio arrivo a Tolentino posso dir solo che la mia gioia è stata immensa (c'eravamo, sembrava aver vinto un terno al lotto, nd zio)

Mister ari-dicci la verità. Ti aspettavi di trovare così poca propensione al “consumo” da parte dell’U. S. Tolentino?

Sicuramente in questo momento incide molto il clima socio-ecomico nazionale che si respira in giro. Oramai non ci si possono piu' permettere spese folli. La società, però, è stata subito chiara negli obiettivi dicendo che sarebbe stato un campionato diverso e che avrebbe puntato sulla valorizzazione dei giovani. Sono arrivato forse nel momento sbagliato, ma le sfide mi piacciono, e non mi stupisco perché le cose me le sono sempre conquistate con il sacrifico, essendo figlio di un operario e di una casalinga…

Il popolo cremisi è oramai abituato a soffrire. Negli ultimi cinque anni il Tole ha perso due play out e tre play off. Cosa ti senti di dire ai tifosi cremisi visto che si annuncia un anno in cui ci vorrà tanta pazienza?

Bene. Questo è un vantaggio perché il soffrire deve far parte del nostro credo unitamente a - come hai detto - a tanta pazienza. Abbiamo una squadra piena di giovani con un’età media di 20/21 anni, una cosa è sicura, si cercherà sempre di onorare la maglia…io dico sempre hai ragazzi che: “il risultato è un caso, la prestazione no”. Il fatto che nonostante le devastanti delusioni subite negli ultimi anni i tifosi cremisi siano ancora così attaccati alla maglia deve essere per tutti noi uno stimolo in più.

L'allenatore in seconda è tuo fratello Pietro, ex gloria dell’Ascoli di Costantino Rozzi. Che rapporto hai con lui, sia a livello personale che a livello tecnico?

Il nostro rapporto è sempre stato bello, oltre ad essere fratelli siamo soprattutto amici, infatti ci confrontiamo costantemente, è sicuramente un valore aggiunto perché oltre ad essere un buon tecnico, e con la sua esperienza diretta da calciatore e con tanti ragazzi può solo aiutarli dal punto di vista tecnico. Il rammarico é quello di non averlo potuto allenare!

Nella tua carriera di allenatore hai quasi sempre lavorato con i giovani, ti aspettavi di trovarne così tanti, forse troppi, anche qua a Tolentino? Quanto e quale lavoro richiede lavorare con giovani, magari bravini, ma poco esperti?

Il lavoro da fare è scontato ma soprattutto la pazienza è fondamentale. Il Tolentino a livello giovanile sta da anni facendo cose egrege ma un conto è essere fuori quota in una società dilettante e un conto essere fuori quota proveniente da una società professionistica. La cosa importante è quella soprattutto di non sopravvalutare un ragazzo perché si rischia di perderlo come giocator e come uomo. Mi spiego: purtroppo la regola degli under costringono le società e gli allenatori a dover far crescere in fretta un ragazzo con mille difficoltà dal punto di vista caratteriale tecnico e tattico e per la fretta si richia di perdere un potenziale giocatore. Mentre invece per non perdere l’uomo bisogna far capire al ragazzo che ha fatto delle presenze in prima squadra per necessità dovute alla sua posizione anagrafica e che deve diventare giocatore nella testa, che il calcio è sacrifico e che niente gli è dovuto. L’anno da fuori quota sta finendo, quindi si lavora sulle motivazioni interne per capire se vuole essere giocatore o giocava solo per gratificare non se stesso ma qualche altro. Sicuramente però se non diventerà giocatore anche dilettante, sarà in grado di essere un uomo in gamba perché avrà aquisito delle regole, quelle essenziali, grazie a questo sport.

Qual è il tuo modulo tattico preferito, se ne hai uno? Dalle prime gare viste sembra che sia il 4-3-3. Sarà semplice attuarlo qua a Tolentino con i giocatori che hai a disposizione?

Moduli tattici preferiti non ci sono dipende sempre dai giocatori che hai, e quello che fai, quando non sei in possesso di palla, una cosa è sicura, che non mi vedrete mai con un atteggiamento ad uomo in fase difensiva. Credo che il calcio sia uno spettacolo e che la squadra debba avere il piacere e la serenità di divertirsi per divertire gli altri.

Cosa ti ha colpito maggiormente in questo primo mese e mezzo tolentinate?

Sicuramente la serenità di una cittadina a misura d’uomo e la forte passione per il calcio.

I tifosi del Tolentino sono dei sognatori, dei romantici inguaribili. Odiamo il c.d. calcio moderno, quello dei giocatori super divi. Secondo te a livello di serie A anche i tuoi colleghi allenatori si sono adeguati o ce n’è qualcuno che resiste ancora, a costo di prendere ogni tanto qualche sberla?

Sicuramente non sta a me giudicare il calcio professionistico essendo un allenatore dilettante ma quello che percepisco, proprio come voi, come tifoso ed appassionato di questo sport è che purtroppo, il calcio per gli eccessivi interessi economici è cambiato. A certi livelli, i giocatori non vengono più allenati ma gestiti come fossero delle aziende, gli sponsor incalzano ed i soldi condizionano molto, troppo. Sicuramente uno che ancora vuole allenare i suoi giocatori ed esce fuori dagli schemi è Zeman che porta avanti le sue idee senza snaturarsi.

Dove arriverà questo Tolentino?

Con tutti questi giovani, se mi lasciano lavorare per migliorare, te lo potrò dire a gennaio.


Domenica si inizia. Qual è il tuo stato d’animo?


Quello di una persona con la coscienza a posto che ha fatto,che sta facendo e farà il suo lavoro e che sta motivando un gruppo con ragazzi disabituati anche a certi tipi di pressione. Sia chiara una cosa: siamo consapevoli di dover affrontare un campionato con tanta umiltà, ma ciò non vuol dire essere rassegnati, ce la metteremo tutta per fare una buona stagione

In bocca al lupo, mister! E' proprio vero, sei capitato nell'anno sbagliato. Se ad altri tanto blasonati tuoi colleghi, che poi tra le altre cose non hanno vinto mai nulla, avessero affidato questa squadra se ne sarebbero scappati di corsa. Ci si risente a Gennaio allora...

Ho avuto modo di conoscere personalmente Luigi Zaini. Persona coraggiosa e, soprattutto, umile. Uno che, però, va avanti per la sua strada forte delle sue convinzioni, anche se è uno che accetta le critiche. E’ uno tosto. Uno che ama il calcio e lo studia affondo. Uno preparato insomma, uno dei pochi per cui il denaro non è sicuramente al primo posto nella personale scala dei valori. Parola di Zio! Uno che ha partecipato, nella brevissima e fugace esperienza di dirigente del Tolentino, ad un solo affare: l’ingaggio di Luigi Zaini. Speriamo di aver portato fortuna.



Mister Zaini si racconta...

Amo il pugilato mia seconda passione con la quale da ragazzo ho avuto soddisfazione di vincere il campionato italiano giochi della gioventu, continuando però sempre a giocare a calcio. Ancora oggi, quando posso, frequento la palestra per sfogare con la boxe le tensioni. Amo anche il tennis perché ho avuto la possibilità di lavorare con Massimiliano Narducci, ex Nazionale ed ex n° 70 al mondo, il motociclismo e l’automobilismo.
Anche se ho tanti difetti posso dire di essere una persona sincera e schietta, che crede molto al valore del rapporto umano come risorsa indispensabile per condividere gioie, dolori ed obiettivi. La famiglia per me è un fondamentale punto di riferimento ed un primario valore.


CARRIERA CALCISTICA, da giocatore e da allenatore

Sono stato un calciatore dilettante mediocre. A 17 anni giocavo in promozione nella San Marcello di Ascoli Piceno, poi mi son dovuto fermare per un infortunio al ginocchio. Successivamente ho ripreso in categorie più basse. Praticamente a casa mia si è sempre mangiato “pane e calcio”, ancora prima che mio fratello Pietro diventasse calciatore professionista. Avevo mio padre che era un grosso appassionato di questo sport, coinvolto dal fratello Antonio ex calciatore dilettante prima e allenatore delle giovanili poi. Un altro zio è stato poi cofondatore della Juventina Calcio. Inevitabilmente mi sono innamorato di questo splendido sport. E' per tale motivo che mi aggiorno costantemente. Questa passione mi ha portatp a collaborare con addetti ai lavori professionisti, sino ad arrivare a fare l'osservatore per il PARMA. Ho poi allenato le giovanili in diverse società professionisteiche come l'IMOLESE, la SAMB e l'ASCOLI. Sono state esperienze che mi hanno fatto crescere anche tecnicamente. Così dopo aver fatto il secondo con Samb e Giulianova tra i prof, ho deciso di provare la carriera di allenatore di "prima squadra". Ho allenato per due anni stupendi che ricordo con grande affetto, l’AVIS RIPATRANSONE con due finalissime play off emozionanti. Un anno intenso e pieno di soddisfazioni è stato quello con la CUPRENSE Calcio dove ho accumulato esperienze sia dal punto di vista professionale ma soprattutto umano, accarezzando l’idea dei play off con una formazione nata per una salvezza serena. Poi il salto in eccellenza a GROTTAMMARE in una categoria superiore arrivando quarti in campionato dietro proprio al Tolentino calcio.


 
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