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corriere adriatico

I fatti del derby
Telefonate da Fermo Ascoltati tre giocatori

Ancona Ieri si è consumato l’atto terzo dell’inchiesta aperta dalla Procura Federale sulle misteriose telefonate intercorse prima dell’infuocato Fermana-Ancona dell’8 maggio. Nella Figc di va Schiavoni sono stati ascoltati il portiere Recchi, il difensore Arcolai e il centrocampista Ionni. I tre, accompagnati dal segretario Bonfitto, hanno negato di aver ricevuto telefonate prima del derby. Interrogati dal dottor Comini della Procura, hanno ribadito di non essere stati coinvolti nella vicenda di cui hanno parlato Marinelli, Lelli, Mancini, Andreucci e Genchi, tutti ascoltati la scorsa settimana in due riprese. Il presidente per primo si era esposto all’indomani del 2-2 costato la promozione in D alla Fermana, riferendo di strane telefonate anonime giunte ad alcuni giocatori. L’Ancona, che rischia una sanzione per omessa denuncia nel caso in cui la Procura della Figc decidesse di inoltrare deferimenti a carico della Fermana, è convinta che il “caso” si risolverà in una bolla di sapone, anche perché nomi non sono stati fatti, e nemmeno accuse specifiche. L’Ancona ha sottolineato che non si è verificato alcun tentativo di illecito da parte della Fermana e che l’atteggiamento della squadra è stato irreprensibile sia in campo (come dimostra la prova offerta dai biancorossi) sia fuori (negli interrogatori è stato citato l’episodio della prenotazione disdetta presso il ristorante dei genitori di Bagalini, giocatore gialloblu, a testimonianza della buonafede dell’Ancona e dell’insistenza di accordi tra le due società). L’inchiesta per il momento si ferma qua: non sono previste altre audizioni da parte della Procura Federale, che ora dovrà valutare il materiale raccolto e scegliere se archiviare il caso o procedere coi deferimenti.