| Mi sono preso del tempo prima di tornare a postare qualcosa di sensato (spero...). Ieri, dopo tre anni ho incontrato nuovamente Fabio Favi. Non è un mistero, non l'ho mai nascosto, che con lui ho avuto scontri anche feroci, in modo particolare negli anni della serie C. Ero convinto che il suo modo di proporsi ai giocatori, di gestire lo spogliatoio, e il doppio ruolo che ricopriva non ne facessero la persona ideale per allenare quella squadra. Una squadra che, però, aveva evidenti limiti tecnici e caratteriali. Quando parlando con Ivano Ercoli qualche settimana fa è emersa la possibilità che a Tolentino tornasse Favi non ho fatto salti di gioia. Anzi, ho detto testualmente a Ivano che non poteva chiedermi di essere entusiasta di questa scelta. Eppure, riflettendo e analizzando l'incontro di ieri, credo di dover affermare con ragionevole certezza che Favi merita un'altra possibilità. Credo fermamente nella sua volontà di cancellare quella tremenda ultima annata conclusasi con le prestazioni indecorose nei play out contro il Viterbo. Soprattutto credo fortemente nella sua maturazione nel modo di gestire i giocatori e lo spogliatoio, visto che di sicuro non si può insegnare il calcio a una persona che ha giocato più di 600 partite ufficiali dalla serie B all'Eccellenza. Favi torna a Tolentino e nessuna persona di media intelligenza può pensare che torni per retrocedere di nuovo. Sia chiaro che questo non è un mio atto di pentimento: resto convinto di tutto quello che ho fatto, scritto e detto tre anni fa. E qualsiasi azione, compresa la rivolta tesa a "farlo fuori", era per il bene dell'Unione Sportiva Tolentino. Per questo stesso bene, nella stagione in cui la città potrà festeggiare i novanta anni della sua società calcistica, è indispensabile oggi fare fronte comune e lasciarsi alle spalle dissidi e dissapori. Col tempo le persone, tutte maturano e fanno esperienza dei propri errori. Ne faremo tutti ancora tanti, forse troppi, ma quando li faremo dovremo essere consapevoli di aver agito comunque per il meglio. Ora il meglio è ripartire, senza tanti fronzoli e senza storcere troppo la bocca. Da quanto sembra, sarà necessaria una "rifondazione" per costruire una squadra completamente nuova, ancora senza sapere quale categoria affronteremo. L'importante sarà affrontarla nella consapevolezza che oggi abbiamo un presidente che farà il presidente, senza i deleteri condizionamenti esterni che tanti danni hanno procurato nella stagione che ci siamo lasciati alle spalle. Un presidente che ha già in cantiere tante idee e tanti progetti perchè a un uomo di successo come lui, retrocedere il primo anno di presidenza ha fatto male. Allora, "stringiamoci a coorte", vediamo cosa succederà nei prossimi mesi e aspettiamo con fiducia.
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